Tab Article
Il volume ripercorre le teorie critiche fondanti del genere autobiografico, dal periodo illuminista agli sviluppi più recenti, che a partire dagli anni Sessanta (con i saggi di Roy Pascal e Jean Starobinski) hanno avuto un sempre maggiore impulso. Propone - in contrasto con la definizione imprescindibile e ormai classica di Philippe Lejeune -una maggiore efficacia della poesia ai fini narrativi dell'autobiografìa, riconoscendo alla scrittura poetica quella capacità straordinaria di dire ciò che "lingua mortal non dice", per citare Leopardi. Seamus Heaney, Thom Gunn, Carlos Barrai e Jaime Gil de Biedma sono i testimoni dell'impulso lirico-autobiografico in Inghilterra e in Spagna (1950-80). Nella loro poesia si rileva un sapiente svelamento del sé attraverso ricordi, luoghi e oggetti che spesso li caratterizzano e che permettono, a chi ripercorre il proprio vissuto attraverso la scrittura, di ritrovare e ridare significati essenziali alla ricostruzione dell'identità soggettiva, ma anche della propria comunità d'appartenenza.